(g.l.) “Le rogge di Udine e il loro valore nascosto”: questo il tema di sicuro interesse, ma anche ricco di fascino, che farà da filo conduttore al nuovo incontro culturale del Caffè Letterario Udinese. L’appuntamento è fissato per oggi, alle 18.15, alla Caffetteria Da Romi-Al Vecchio Tram di piazza Garibaldi. Relatrice sarà Michela Bonan, autrice di ricerche storiche, che sarà intervistata dalla presidente del sodalizio culturale, Maria Sabina Marzotta. Si tratta del sesto degli incontri inseriti nella nuova programmazione annuale dal titolo “Acque e territori del Friuli” che ha già preso in considerazione importanti località della nostra regione.
A parte il canale Ledra che attraversa a ovest una parte della città appena ai margini del centro storico vero e proprio, il “cuore” di Udine è bagnato da due rogge molto importanti e pittoresche che attingono le loro acque dal torrente Torre, nella zona di Zompitta-Savorgnano, ai piedi delle colline oggi ricoperte di boschi rigogliosi sulle quali sorgeva il Castello della Motta, e che poi solcano i territori comunali di Reana, tanto che quest’area si chiama Rojale, e di Povoletto, alimentando mulini e battiferro nelle campagne ma anche in città. Poco a nord della frazione reanese, ai confini con il Comune di Nimis, ci sono invece le prese dell’Acquedotto di Udine.
Si tratta, quindi, della “roggia di Palma” e della “roggia di Udine”: la prima è quella che, dalla zona di Planis, attraversa piazza Primo Maggio nei pressi del Santuario delle Grazie e passa accanto al Liceo classico Jacopo Stellini, attraversando quindi i giardini Ricasoli dinanzi al Palazzo Patriarcale e dirigendosi poi verso Palmanova (da qui il nome) attorno alla cui fortezza alimentava con limpide acque il fossato che ancora oggi cinge la città fondata dalla Serenissima. La roggia di Udine, invece, entra in città nella zona di Vât, quindi scende sopraelevata lungo viale Volontari della Libertà e solca il centro storico attraverso via Gemona, scendendo poi verso riva Bartolini e via Zanon, nella zona delle caratteristiche bancarelle (oggi, purtroppo, molte di meno rispetto anche a pochi anni fa) e della storica Ghiacciaia, per finire “inghiottita” sotto le strade all’altezza dell’ex Lavoratore (via del Gelso) per scendere quindi lungo via Grazzano dove, all’altezza di palazzo Giacomelli, anni fa è stato riportato in luce un breve tratto del corso d’acqua – a mo’ di memoria storica nell’attraversamento del “Borc dai Crotars” -; infine, la roggia lascia la città nella zona di Sant’Osvaldo per poi confluire, nei pressi di Zugliano, nel torrente Cormor.
Un argomento, quindi, molto interessante che merita un adeguato approfondimento, come appunto avverrà questo pomeriggio. Anche l’odierno incontro del Caffè Letterario è stato organizzato con il patrocinio della civica amministrazione e la collaborazione del Club per l’Unesco di Udine, presieduto da Renata Capria D’Aronco, dell’Ente Friuli nel Mondo e della Casa editrice L’orto della Cultura di Pasian di Prato.

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In copertina, ecco un suggestivo angolo della Roggia di Udine colto in via Zanon dinanzi alla storica Ghiacciaia.

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